Il Senato ha approvato con 147 sì della maggioranza e 95 no il provvedimento, convertendolo in norma dello Stato a due giorni dalla scadenza. “Evasione di Stato”, protestano le opposizioni, mentre Sel parla di “occasione sprecata”.
Il Centro nazionale per il volontariato (Cnv) ricorda che “il carcere costa 2,8 miliardi di euro l’anno” e chiede di “investire su pene alternative e accoglienza”.
Il Cnv ha consegnato a una decina di parlamentari una bozza di ddl: “Un detenuto costa allo Stato 116 euro al giorno, in un percorso di educazione e reinserimento, alle comunità di accoglienza costerebbe non più di 50 euro”. E abbattendo la recidiva, provocherebbe ulteriori risparmi e decongestionamento.
Diverse le novità a partire dalla creazione del Garante Nazionale dei Detenuti.
I braccialetti elettronici ad esempio saranno la regola, non l’eccezione. Poi c’è l’istituzione del reato di “piccolo spaccio”, senza il bilanciamento delle circostanze, con il rischio – oggi – che l’equivalenza con le aggravanti come la recidiva porti a pene molto pesanti.
Ai minorenni tossicodipendenti accusati di piccolo spaccio saranno applicabili le misure cautelaci con invio in comunità. È elevato a 4 anni il limite di pena, anche residua, per l’affidamento in prova ai servizi sociali ma su presupposti più gravosi rispetto all’ipotesi ordinaria che resta tarata sui 3 anni.
In via temporanea (dal 1 gennaio 2010 al 24 dicembre 2015) sale da 45 a 75 giorni a semestre la detrazione di pena concessa con la liberazione anticipata. Esclusi i condannati di mafia o per altri delitti gravi come omicidio, violenza sessuale, rapina aggravata.
Poi c’è il capitolo della detenzione domiciliare: è permanente la possibilità di scontare a casa la pena detentiva (anche se parte residua) non superiore a 18 mesi. Per i detenuti stranieri è ampliato il campo dell’espulsione come misura alternativa.