Occhi che si illuminano

20 Lug 2023

Antonella è volontaria di Rimini Autismo, lei si occupa di inserimenti lavorativi. Anche grazie al suo aiuto sono una ventina i ragazzi seguiti dall’associazione inseriti in diversi percorsi, alcuni hanno anche ripetuto l’esperienza per due anni di seguito, perché gli è piaciuto molto… Intanto il progetto è cresciuto e in alcuni casi si è trasformato in vere e proprie assunzioni: i ragazzi hanno saputo accrescere le loro competenze mentre i datori sono riusciti a mettersi in gioco per creare un ambiente lavorativo in grado di accogliere la loro ricchezza.

Ultimamente mi sto occupando dell’inserimento lavorativo dei nostri ragazzi come aiuto bagnini presso alcuni bagni più attenti all’integrazione, insieme a un’educatrice formata sulle problematiche dello spettro autistico… Parlo dei miei ragazzi, perché ormai li sento come miei figli…

Quest’anno ne abbiamo inserito uno. Stiamo infatti attenti agli interessi che esprimono: per loro l’ambiente in spiaggia non è semplice, ci sono voci, rumori, fa caldo… diversi aspetti che possono interferire con la loro attenzione. Noi dobbiamo cercare, nel possibile, di prevedere e risolvere le criticità, pensando alle competenze da acquisire in base alle loro capacità. È la sfida più grande, ma anche il nostro più grande successo. E quando funziona, la magia è creata e mi restituiscono i loro sguardi, i loro occhi illuminati perché sono stati assunti, anche se solo per tre mesi.

Per loro essere dentro la società, sentirsi utili è aumentare l’autostima. Sanno e si sentono diversi all’interno di un mondo che non è per loro. Sono dei ragazzi puri, sono figli di un altro universo e sta alle persone che lavorano intorno a loro, trovare gli strumenti e le strategie per farli entrare in questo mondo. Ecco perché facciamo tanta formazione, per aiutarli e al contempo creare contesti che non li facciano andare in ansia, altrimenti chiudono le porte.

Le loro storie le viviamo attraverso le famiglie che li accompagnano. Non posso descrivere le emozioni quando vedo la felicità del genitore, la soddisfazione e l’amore quando lo vengono a prendere finito il turno di lavoro o tirocinio. Sono silenzi, ma potentissimi, da cui io traggo tanta forza.

Certo non sempre è semplice, bisogna essere costantemente sul pezzo. I ragazzi vanno seguiti tutti i giorni, per correggere il tiro insieme a educatrice, bagnino, assistente sociale e famiglia. C’è un gruppo che sostiene il progetto, ognuno ha un ruolo fondamentale. E poi ci sono i clienti del bagno che a volte aiutano veramente tanto il ragazzo, incitandolo magari solo con un ‘bravissimo’, per lui importantissimo nel farlo sentire utile.

Quando gli diamo l’occasione di essere protagonisti, protagonisti della loro vita, allora c’è una crescita anche nelle loro competenze: diventano responsabili e consapevoli di sé stessi. Si fanno domande: ‘Perché faccio così?’ e cercano risposte con l’aiuto della tutor. Hanno bisogno di indicazioni precise, una cosa alla volta, per loro è fondamentale l’essere chiari, stringati. Questo li aiuta piano piano a capire e a cambiare.

I nostri ragazzi si sono sperimentati in tanti mondi lavorativi in base ai loro interessi, cerchiamo di costruirgli addosso il progetto, per cogliere appieno le loro aspirazioni. Un vestito deve essere comodo e piacevole da portare, se vogliamo sentirci bene”.

Per conoscere meglio Rimini Autismo: info@riminiautismo.itwww.riminiautismo.it

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