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Tempo di “Big Society”

13 Gen 2011

Lo Stato si fa da parte, saranno le comunità locali con i fondi messi a disposizione dalla “Big Society Bank” e la partecipazione dei cittadini comuni più intraprendenti, a gestire i trasporti pubblici, la raccolta dei rifiuti, la conservazione dei parchi e anche l’accesso alla banda larga di Internet in ogni singolo appartamento della nuova Gran Bretagna…
Il nuovo leader conservatore Cameron si trova a questo punto a muovere le fila di un rinnovamento che interessa la società d’oltremanica. E lo fa dando corpo al grande sogno della sua avventura alla guida del Paese: trasformare l’Inghilterra in un’organizzata e inedita “Big Society”, in virtù “della più grande redistribuzione di potere dalle élites di Whitehall (è una strada di Westminster, a Londra, principale arteria che porta a nord da Parliament Square, sede del governo – ndr) agli uomini e alle donne della strada”.
È recente l’annuncio di uno dei sottoministri alla Sanità, Paul Burstow, promotore di una prima azione che apre al sogno del premier inglese: qualcosa comunque di concreto. Si tratta di uno schema già adottato dal Giappone che ricompensa i giovani volontari i quali, per il loro impegno a favore di anziani e invalidi, riceveranno in cambio dei punti che poi potranno reclamare in tarda età.
“Questo sistema – ha detto Burstow in Parlamento – può aiutare le persone vulnerabili a mantenere la propria indipendenza”.
In Giappone lo schema chiamato Hureai Kippu fu introdotto nel 1991 e da allora è cresciuto ogni anno.
“È un mezzo – continua il deputato – che sembra contribuire a gestire una popolazione che sta invecchiando rapidamente”.
I primi esperimenti britannici si stanno realizzando contemporaneamente all’iniziativa nazionale nei comuni di Windsor e Maidenhead nel Berkshire. Questi hanno in progetto di ricompensare i volontari con un sistema a punti che gli darà il diritto di avere più cure in futuro. Molti gruppi di volontari hanno risposto con favore alla proposta perché incoraggia le persone a coinvolgersi di più all’interno della società ma hanno anche sottolineato che ricompensare il lavoro volontario minaccia il principio di regalare il proprio tempo. Sir Stuart Etherington, direttore del National Council for Voluntary Organisations, è dello stesso parere.
“La gente ha il diritto di essere curata in tarda età e l’idea che si possa ottenere una strada favorevole facendo il volontario da giovane mi sembra contraria al principio del volontariato. Le cure dovrebbero essere offerte dallo Stato”.
Niente Stato. Saranno le comunità locali, con i fondi messi a disposizione dalla “Big Society Bank” e la partecipazione dei cittadini comuni più intraprendenti, a gestire i trasporti pubblici, la raccolta dei rifiuti, la conservazione dei parchi e tanto altro collegato alle esigenze della società.
“Questa terra – aggiunge il parlamentare – è piena di talenti inespressi, di uomini e donne in grado di guidare la propria vita. Basta con le marionette disilluse e senza anima che agiscono clonando comportamenti altrui. Stimoleremo il volontariato, la filantropia e l’azione sociale. Ci sono cose che un primo ministro fa perché il dovere lo chiama, ridurre il debito è una di queste. Altre, come la Big Society, perché sono il cuore e la passione a spingerlo”.
I laburisti però, all’opposizione dopo il mandato dell’ex leader Gordon Brown, hanno dato un’altra lettura che non sembra solo figlia del ruolo di opposizione. La linea di proposta è così ben sintetizzata: “Altro che sogno, è solo un cinico tentativo di dare dignità ai tagli selvaggi che preludono al progressivo impoverimento dello stato sociale”. Ma anche: “L’unica novità è che taglieranno ulteriormente i servizi pubblici, perché la presunta maggiore autonomia ai consigli di quartiere l’avevamo già data noi”.

 

 

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