C’era una volta… no non è una favola, anche se del mondo fiabesco si ritrovano diversi aspetti. Ci sono due giovani che si affacciano all’età adulta, c’è anche il buon vicino, lo scettico e la guida. E sicuramente tanti amici. Il 27 maggio 2019 si è tenuta l’inaugurazione dell’appartamento assegnato da una famiglia ad Agevolando in comodato d’uso gratuito per ospitare giovani cresciuti “fuori famiglia” che si affacciano all’età adulta.
Ma andiamo per ordine. Tutto ha inizio a dicembre scorso, quando Agevolando Rimini lancia la campagna “Casa dolce casa”. L’appello è a chi possiede una casa che, per varie ragioni, ha deciso di non affittare. La sfida è convincere il proprietario a dare all’associazione l’alloggio in comodato d’uso gratuito. Perché? Per aiutare ragazzi neomaggiorenni cresciuti fuori famiglia.
C’è chi era scettico. Ma c’è anche chi ci ha creduto fino in fondo, come Patrizia Ceccarini e Andrea Pasini che hanno risposto positivamente.
“Un appartamento chiuso – spiega Patrizia – è un costo per la tasca ma soprattutto per l’anima. Significa chiudere il cuore e io non volevo. Aprire una porta è liberante. Speriamo che altri guardino questo gesto, perché ci si sente bene: vedere i sorrisi ripaga di tutto. Accogliere i ragazzi, vederli crescere. Volevamo testimoniare nei fatti che un altro modo di essere e di avere è possibile. Mi aspetto un po’ di affetto da questi ragazzi e che loro ricambino questo affetto nei confronti di altri”.
Erano in tanti lunedì all’inaugurazione dell’appartamento e forte era l’emozione, nella consapevolezza di essere testimoni che le favole ancora esistono e anche il lieto fine.
“Sono stata nella Gioc da giovane – conclude Patrizia – e lì ho imparato che ogni lavoratore vale più di tutto l’oro del mondo e io non me ne sono dimenticata”.
Gli ospiti della casa sono due giovani, uno impiegato in un supermercato sta finendo i suoi studi, l’altro è cuoco in un ristorante. Presto li raggiugeranno altri due coinquilini. Insieme stanno affrontando la sfida di diventare grandi lontani dalla propria famiglia ma con un nuovo punto di riferimento: l’associazione Agevolando.
“Sono molto contento di essere in questo progetto – dice Abou – cerchiamo di migliorare la vita. Stiamo qui un po’ di tempo e poi liberiamo il posto per gli altri”.